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Abadeh
Abadeh è un villaggio situato circa 300 chilometri a sud di Isfahan lungo la strada Isfahan-Shiraz. Ad ovest di Abadeh si trova l'altopiano abitato dalla tribù del Fars. I tappeti di Abadeh vengono annodati su telaio verticale; ordito e trama sono in cotone, il vello in lana. L'annodatura non è delle più fini ma molto regolare. Il nodo è del tipo farsi-baft e la densità varia da 2000 a 3000 nodi per decimetro quadrato. Tutti gli Abadeh sono di produzione recente, infatti l'artigianato di questi tappeti data di alcuni decenni soltanto, di conseguenza i disegni utilizzati non sono tramandati di generazione in generazione e legati ad una antica tradizione locale, ma sono ripresi da altre provenienze persiane. Il classico motivo persiano Zell-o-Soltan, che raffigura un vaso con delle rose di solito ripetuto a copertura totale del campo, costituisce la decorazione più frequente degli Abadeh. Un'altra decorazione frequente negli Abadeh deriva dai disegni utilizzati per i propri tappeti dalla tribù Ghashghay che si accampa, durante il periodo estivo, nelle prossimità di Abadeh. In questi tipi di Abadeh il rombo, che costituisce il motivo principale nella decorazione dei Ghashghay, è unico e situato al centro del campo. Tutto il resto dei tappeto è decorato con piccoli disegni geometrici simili ai motivi usati dalle tribù dei Fars. I colori degli Abadeh sono vivaci: predominano il rosso acceso ed il blu cobalto. (video)
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Afshar
Afshar sono una tribù nomade di origine azerbaigiana che vivono nel sud-est di Kerman. Tappeti Afshari hanno di solito una forma quadrata con motivi geometrici; Floreali stilizzati, botteh, i motivi sono maggior parte alternate tra rosette, foglie e steli rigidi. Tintura della lana avviene in modo tradizionale usando i coloranti vegetali come indaco, henne, mallo di noce, robbia e così via. Donne Afshari lavorano sui telai orizzontali e annodano coperte da cavallo, bardature e grandi kilim e sacche con il disegno Botteh di varie misure e tutti gli altri accessori importanti per i nomadi essi hanno tonalità scure tra il cui prevale il colore rosso e blu. I tappeti Afshar sono noti con il nome di tappeti Sirdjan.
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Ardebil
Ardebil noto nell'antichità come Artavil è il più importante centro dell'Azerbaigian orientale, situato nella parte nord-occidentale dell’Iran su un altopiano a circa 1400m sopra il livello del mare affacciata sul Mar Caspio, confina con l'Azerbaijan e con le province iraniane dell'Azerbaijan orientale, Zanjan e Ghilan. Tappeti annodati in Ardebil hanno una tecnica particolare, i nodi vengono serrati con un attrezzo di piccola dimensione simile ad un coltello terminante con un uncino, anzi che con le dita. Il nodo usato è il nodo simmetrico tra 1500 e 2500 nodi al mq con una densità variabile. Oggi Ardebil produce i più pregevoli tappeti persiani di vari colori e forme curando la richiesta del mercato attuale, i decori sono molto spirati da Caucasici Shirvan, Karabagh e Gendeje talvolta floreali a medaglione centrale. E’ opportuno sottolineare che l’arte tessile ha radici antichissime in questa città : nella sua moschea principale fu ritrovato il celebre tappeto safavide a medaglione oggi custodito nel Victoria and Albert Museum di Londra. Ardebil produce un altro tipo di tappeto di nome Sennehbaft il disegno più diffuso è herati che la gente del posto chiama mahi, esso si differenzia per le sue caratteristiche tecniche.
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Ardekan
Ardakan or Ardekan is the second major city of Yazd province, Iran. It was established in the 12th century in the Zardug region. Ardakan is 60 kilometers away from Yazd and it has dry weather. In 2006, it had an estimated population of 61,596. The word Ardakan in Persian means "holy place" or "clean place" (Modern Persian: ardak+an / Middle Persian: artak+an) and the city has a lot of historical religious attractions such as the Grand Mosque of Ardakan (Masjed-e Jame’), Zire-deh Mosque, Emam-Zadeh Mir Seyyed Mohammad, and Tekyeh Bazar, among others. This region is also one of the Zoroastrian centers of Iran, and there are numerous holy sites for Zoroastrians in Sharif-Abad, a village near Ardakan. Each year in the summer, thousands of Zoroastrians from around the world gather there for pilgrimage. Ardekan Rugs are among the more commercialized Rugs woven in Iran. Perhaps the reason for such has largely to do with both their affordability, as well as their congruence to age old traditional and classic Persian Designs such as kashan medallion rugs. ardekan rugs are commonly found to have around 120 KPSI, feature Kashan medallion designs, have traditional red, blue and ivory colors, and be sheered fairly thin. Ardekan rugs are most often made of a medium grade wool. Investment level for such rugs is fairly low, and sometimes other key terms which may be associated with these rugs (while not necessarily accurate) include, but are not limited to "mashad" or "Kashan" designs.
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Arak
Arak è il capoluogo della regione Markazy (centrale) dell'Iran. È una delle città più industrializzate perché ospita la fabbrica delle macchine agricole. I tappeti di Arak sono assolutamente inconfondibili per il disegno, annodatura e struttura. Sono diversi gli schemi decorativi e vanno dal classico motivo a medaglione centrale al disegno floreale a tutto campo fino ad arrivare al campo di un unico colore.
Arak, previously known as Soltan-abad, is the center of Markazi province, Iran. Arak is built on the ruins of a small town called Daskerah, which was destroyed during the Mongol invasion of Persia. Modern Arak is a relatively new city on fertile lands, reestablished in 1795 with primary construct ending in 1852. The new city was founded and financed during the Qajar era by an Iranian Georgian Yusef Khan Gorji, a pro-Iranian Georgian warlord given refuge by Shah Muḥammad Khān Qājār (1742-1797) following a territorial dispute with his cousins who were supported by Imperial Russian Empress Catherine the Great. In the period between 1795 and 1797, Yusef Khan-e Gorji, renamed Yusef Khan-e Sepahdar by the Shah, settled his army in the fertile though poorly-controlled territory that would become modern Arak. Hostile tribes in this region had operated autonomously from Qajar rule. With the Persian Shah’s approval, Yusuf Khan diverted the main river to drive out the hostiles and built the Soltan Abad fortress, or Baladeh, a war fortress to act as a buffer and serve as the foundation of what would become modern Arak. Yusuf Khan’s organized military force was established in this region aptly named (or more accurately, re-named) "Persian Iraq" (Iraq-e ajam) from ancient times meaning 'smooth land'. According to historians, Yusef Khan built Arak from his own personal income and with the aid of affluents. The town would remain a military base and fortress until 1892. The Soltan Abad fortress had a thick wall surrounded by great moats, 7 meters deep. Eight towers were constructed around the town and the governmental building was established in its northern part. In 1891 deputy governor, Etemadol Saltaneh Mirza Hasan, repaired all of the shops, gardens and all government buildings in Soltan Abad’s greater town and with the owners of industries from other towns, settled in Arak. Large portions of the town were annexed as personal property to the pre-existing army commanders though these were ultimately turned over to the state from 1918-1922. The evolution of the modern town name is from Soltan Abad fortress, to Soltan Abad, to Iraq-e Ajam (Persian-Iraq), and finally to its current name, Arak, in 1938.Under the rule of Reza Shah Pahlavi, main railways crossed along the city and later the south-north oil pipe line passed through the city, which lead to rapid growth. Great attention to the building of Arak during the Pahlavi dynasty led many to speculate its intended designation as the future capital of Iran.
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Baluch
Il Belucistan, è una vasta regione dell'Asia sud-occidentale, politicamente suddivisa tra Iran, Afghanistan e Pakistan.Prende il nome da quello della popolazione prevalente, i Beluci o Baloch, una popolazione iranica, che migrò dall'ovest nella regione intorno al 1000 a.C. In realtà tutti gli abitanti della regione possono essere considerati "Beluci", in un'accezione più ampia del termine, anche se non parlano la lingua beluci; pure le lingue Pashto, persiana e brahui sono parlate infatti nell'area. Questo popolo In Iran è insediato nel Khorasan , intorno a Torbat -e -Heydarye e Torbat-e-Jam. I tappeti Baluci vengono realizzati sui telai orizzontali facilmente spostabili, i coloranti sono naturali e la lana utilizzata è di Pecora, capra e cammello il nodo asimmetrico sono di solito di un colore scuro realizzati con la lana di pecora scura e utilizzati
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Bakhtiari
I tappeti Bakhtiari provengono dalla regione di Chahar Mahal, situata nella Persia centrale e delimitata ad ovest ed a sud dalle montagne dello Zagros ed a nord dallo Zayandeh rud, il fiume che attraversa Isfahan. I Bakhtiari vengono quasi sempre annodati su verticale, ma nei villaggi più isolati viene ancora usato il telaio di tipo nomade (orizzontale). Ordito e trama sono in cotone, qualche volta anche in lana; la trama è composta da due fili. Il vello è in lana con taglio di media altezza. Il nodo è quasi sempre turco. Il numero dei nodi varia da 1200 a 2000 per decimetro quadrato. I Bakhtiari sono facilmente riconoscibili per i loro tipici disegni. Il campo dei tappeto è quasi sempre diviso in quadrati o rombi messi in risalto da un bordo uniforme che li delimita. Queste figure geometriche sono decorate alternativamente da motivi animali o vegetali e tra questi appaiono soprattutto cipressi e cespugli fioriti. Un'altra decorazione assai frequente è costituita da un fitto disegno schematico di fiori ed arbusti che si propaga per tutto il campo dei tappeto. In questi esemplari si trova sovente nella parte centrale del campo un albero spesso chiamato "albero della vita". I Bakhtiary adottano colori con tonalità spente e cupe.
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Bukhara
La città di Bukhara nel passato faceva parte dell’Iran, esattamente si trovava nella parte orientale del Khorasan. Questa città oggi fa parte dell'odierno Uzbekistan. Durante l'invasione mongola, fu distrutta da Genghis Khan e cadde poi sotto l'influenza di Tamerlano. Più tardi divenne famosa come Khanato di Bukhara ed in questo periodo vide svilupparsi considerevolmente la sua economia grazie ai ricchi traffici mercantili che la coinvolgevano, essendo in particolare posta sulla via della seta. La città divenne così di nuovo un importante centro religioso dell'Asia. Si costruirono numerose moschee e madrase che testimoniano ancora oggi splendido passato. Nel 1993 Bukhara è stata dichiarata dall'UNESCO "Patrimonio dell'umanità". I tappeti di Bukhara vengono tessuti nella città di Bukhara nel Turkmenistan. Il concetto "tappeto Bukhara" è usato generalmente per tutti i tappeti il cui motivo ricorda il classico motivo di Bukhara, di ispirazione russa con uno sfondo in rosso brillante e diversi motivi circolari. Le lane dei Bukhara sono di una morbidezza e lucentezza uniche e li rendono luminosi e piacevoli anche al tatto, i tappeti Bukhara sono da sempre attuali e si adattano a qualsiasi tipo di arredamento seppure il loro disegno è immutato da secoli, tra i Bukhara sicuramente Bukhara russo è il più ricercato per la sua inconfondibile morbidezza. I tappeti originali di Bukhara vengono annodati dalle tribù turcomanne tra l’Iran, l’Afghanistan e Turkestan. Altri tappeti Bukhara molto presenti nel mercato internazionale negli ultimi tempi provengono da Pakistan e Cina, i loro costi molto contenuti, ma non hanno la qualità dei tappeti Bukhara originali.
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Burcialu
Il tappeto Burcialu viene annodato nella parte est di Hamedan , la tecnica utilizzata è di struttura in cotone a trama singola con nodo simmetrico e asimmetrico, la lana utilizzata è morbida e lucente. Il vello di tappeti Burcialu è sempre alto, i disegni sono floreali e si avvicinano molto allo stile di tappeti Saroq.
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GABBEH
Questi tappeti sono realizzati da tribù Qashqai nomadi e seminomadi nell'Iran sud-occidentale intorno a Shiraz. Sono tappeti famosi per i loro motivi primitivi, dal fascino rustico, ne esistono di diverse qualità, dalle più grossolane ed economiche fino ad arrivare a discreti livelli di annodatura per gli esemplari più raffinati e costosi. Sono tappeti realizzati interamente in lana dal vello piuttosto alto e dai disegni molto moderni, Normalmente la lana usata è di buona qualità.. I Gabbeh Kashkooli hanno una maggiore densità di nodi e il vello più corto rispetto agli altri tappeti Gabbeh Persiani.
GABBEH Woven for centuries Gabbeh are tribal rugs woven in the south central Zagros mountain range and their plains. In Farsi (the language of Persia), the word Gabbeh means something raw or natural, uncut or "in the rough". Gabbeh are the world's best-known coarsely woven Iranian tribal rugs. Traditionally, the knotting and weaving of nomadic carpets are a woman's domain and area of expertise. True nomadic rugs such as the Gabbeh are almost exclusively knotted for personal use, and often the woman's spirit and natural artisanship are quite apparent in these personal interpretations of their life in art. Another characteristic of Gabbeh rugs is a very thick pile, woven in a relatively low knot density. Designs are typically geometric and symbolic in shape and style. Gabbeh weavers may be telling a story, depicting a landscape or scene, or even conveying an emotion. Most commonly Gabbeh will be asymmetric and woven to tell a story, with figures and symbols depicting parts of the weaver's "tale". It is this subjective and random process that renders a genuine Gabbeh a completely unique work of art, distinct from other Persian rugs and from many other types of weaving or knotting in general. Our Persian Gabbeh generally fall into one of the following categories: 1) Basic Gabbeh feature a fairly coarse weave, with few knots per inch and a thick, plush wool pile. They usually have very little in the way of design elements, with large open fields, simple geometric shapes, bold, bright colors, and tribal drawings of people and animals. 2) Amalehbaft Gabbeh feature a medium weave in terms of coarseness and knots-per-inch. In general, they probably have even less in the way of design than the basic Gabbeh. Because of their tighter weave, shorter pile and simple patterns, these beautiful rugs are a great way to add color to a room without the distraction of too many design elements. 3) Kashkoli Gabbeh feature a fine weave and fairly short, soft pile. Like the Amalehbaft and the basic Gabbeh, the Kashkoli have very sparse, simple, colorful geometric designs. The tightness of the weave and the quality of the wool give these wonderful rugs a sheen that you must see in person to believe. 4) Luribaft Gabbeh also feature a fine weave and fairly short, soft pile. Unlike the other Gabbeh, Luribaft typically have more sophisticated, detailed design elements inspired by other classic Persian rugs. Like the Kashkoli, the tight weave and high-quality wool give these rich, beautiful rugs a unique trademark sheen. 5) Gabbeh Sumak are not pile rugs, but rather flat woven. With the tribal, colorful designs woven directly into the foundation, Gabbeh Sumak rugs are both amazingly detailed and quite inexpensive.
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Tehran
Teheran è la capitale dell'Iran. In epoca contemporanea questa città non ha una grande produzione di tappeti, mentre è più importante dal punto di vista commerciale in quanto il suo grande bazar è uno dei principali luoghi per il commercio e l'esportazione di questi prodotti. Di maggior interesse sono gli esemplari del XIX secolo che sono finemente lavorati e se ben conservati possono raggiungere quotazioni notevoli. Sono tappeti dalle decorazioni floreali che sono però influenzate da elementi caratteristici di altri centri come Kerman, Isfahan, Tabriz o Kashan, i nodi sono del tipo Senneh e spesso darkred con colori in contrasto tra blu, bianco e avorio. Spesso i disegni sono a preghiera con disegno ad albero della vita realizzato con notevole realismo. Infine si possono trovare anche Teheran tessuti interamente in seta.
For better or for worse, Tehran is the political, economic and cultural capital of Iran. Clogged with traffic and choked with smog, it's not the most immediately inviting of Iran's cities - no spellbinding mosques, rose gardens or ancient ruins - but visitors will find more on offer the closer they look. From ancient artefacts to modern art, Qurans to carpets, Tehran is home to the best of Iran's museums and galleries. And though it doesn't have the long, illustrious history of Isfahan or Shiraz, Tehran is where to discover more about Iran's 20th century upheavals, from the tarnished grandeur of the Pahlavi palaces to the countless fading murals in praise of Khomeini and the Iraq War martyrs. But history also demands that life goes on. As Tehran's wealthy increasingly look west for cultural leads, ever-widening cultural divisions make walking the city streets a study in social distinctions. Western brands stamp their mark on the wealthy north of the city with increasing swagger, while, in the south, the impressive, labyrinthine Bazar-e Bozorg (Big Bazaar) continues to heave in and dish out vast quantities of gold, silver, spices, carpets, textiles and Chinese-made consumer goods of dubious quality. Uptown girls let their headscarves drift back over boutique hairdos - a petty but pertinent sign that Islamic restrictions are not to everyone's taste. At the same time chador-wearing women make their own unmistakable statement. Be sure though to take a Friday walk in Tehran's northern suburbs, where paths leading into the mountains are trod by one and all. In Darakeh, the sense of relief is tangible as Tehranis kick off their shoes to cool hiked-out feet in the cold mountain stream. At Tochal the cable car takes skiers to pistes no more than 30 minutes away from the centre of town.
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Esfahan (Isfahan)
I Tappeti di Isfahan sono uno dei tappeti più richiesti, possiamo dire che è anche uno dei più conosciuti per l'utilizzo della seta negli orditi e per i suoi colori caratteristici blu, beige, azzurro polvere e rosso cupo. Il nodo è spesso asimmetrico struttura del tappeto è di cotone con la trama doppia Gli Isfahan sono spesso firmati proprio per testimoniare la maestria di coloro che ne realizzano i disegni e l'annodatura nella parte superiore del tappeto. I tappeti di Esfahan hanno raramente di meno di quattordici colori. Il vello dei tappeti Esfahan viene utilizzato migliori lane kork , e per accentare e dare risalto ai contorni dei decori viene utilizzato la seta. I disegni sono concentrati su un medaglione circolare e sono ricchissimi di dettagli e maggior parte questi schemi decorativi rappresentano spesso disegni d’epoca Safavide, aggiornati e reinterpretati dai maestri, una composizione frequente è rosette e palmette di Shah abbas collegate tra di loro. I tappeti annodati in Esfahan ancora oggi conservano la loro antica raffinatezza e fastosità. La produzione antica esprime esemplari di rilievo soprattutto nel periodo tra la fine del XIX sec e gli inizi del XX quando ci fu una ripresa dell'annodatura dopo un lungo periodo in cui questa forma di artigianato era stata molto marginale. Esfahan o (Isfahan) è una città nell'Iran centrale con 2.100.000 abitanti sul fiume Zayandeh, 400 chilometri dal Golfo Persico a un'altezza di 1600 metri sul livello del mare, nelle montagne dello Zagros. È la capitale della provincia di Esfahan con 1.600.000 abitanti con una superficie di 107.027 km². Antica capitale dell'impero persiano, è una delle città più ricche di monumenti di tutto l'Iran e uno dei più importanti centri di produzione artistica e artigianale. L' hinterland economico di Esfahān è la zona circostante in cui sono prodotti cotone, grano e tabacco. gli artigiani di Isfahan sono noti per la loro maestria in diversi campi: dalla cesellatura dei metalli alla decorazione delle ceramiche, fino alla produzione dei tappeti. Questi ultimi sono tra i più pregiati della Persia e raggiungono elevatissimi livelli di annodatura (1.000.000 di nodi al mq) tanto nella produzione contemporanea quanto in quella dei secoli scorsi ( XIX - XX). Esfahan è ben nota per le bellezze architettoniche e per i suoi giardini pubblici. Gran parte di questo patrimonio, che fa dire a un adagio persiano che "Esfahān è metà del mondo" ( Esfahān naqsh-e jahān ), questo monumento stato danneggiato nella guerra scatenata contro l'Iran dall'Iraq. Su tali guasti sono state peraltro condotte missioni di restauro e di conservazione, tra cui quella italiana condotta dall'architetto Eugenio Galdieri.
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Hamedan
Hamedan è situata a circa 340 chilometri a sud-ovest di Teheran, a 1800 metri sul livello del mare. Hamedan conta oggi 210.000 abitanti. Oggi In Hamedan vengono annodati tappeti in milleseicento villaggi in cui risultano impegnati sessantamila telai e centoventimila tessitori, tra i tappeti presenti nel commercio vediamo i tappeti di alcuni gruppi nomadi che si spostano tra le pianure come i curdi di ceppo Baqdadi, Shahsavan. Il nodo del tappeti di Hamedan è tradizionalmente simmetrico, come usuale in area turca e curda; analogamente a quanto avviene per il metodo di tramatura, però, tra gli esemplari più recenti ve ne sono con il nodo asimmetrico. La densità dei nodi è intorno ai novecento-milleduecento nodi a mq. I disegni sono sempre diversi, i motivi sono geometrici e quasi sempre posizionati intorno a medaglioni a losanghe centrali. La lana utilizzata è di una qualità magnifica, ovini allevati in questa zona sono i migliori per la loro lana fine e lunga. L'uso di una gamma ricca di colori vegetali, alcuni dei quali modificati da bagni particolari per ottenere colorazioni diverse dal consueto, aggiunge attrattive alle decorazioni e spesso consente di distinguere la produzione dei diversi villaggi. I tappeti Hamedan tradizionali hanno di norma piccolo formato, ma non sono rari i formati allungati. I tappeti hanno struttura consistente, con orditi e trame in cotone e vello alto, annodato in lana di aspetto lucente; rare, anche nelle produzioni più antiche, le trame in lana. Secondo l'usanza caratteristica della produzione persiana, adottata ad Hamedan per ragioni puramente commerciali ne figurano alcuni dove le trame sono invece doppie, una più consistente e tesa, l'altra morbidamente inserita tra gli orditi.
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Ghashghai
Questi tappeti sono realizzati dalle tribù nomadi degli altipiani della Persia sud-occidentale. Presentano una grande densità di nodi per essere tappeti prodotti dai nomadi, e i motivi sono tra i più affascinanti e diversificati tra quelli realizzati da popolazioni nomadi. Normalmente i colori usati sono rosso scuro e blu. Sono tappeti con un ottimo rapporto qualità-prezzo perché molto pregiati. The manufacturing of carpets as well as kelims, bags, ribbons and other decorations is an important contribution to the life of the nomads. The carpets have a typical red-brown ground colour. The pattern is tied from memory and often consists of a centrally placed medallion, repeated in all four corners. Humans, four legged animals, birds, trees and flowers are popular elements. Other patterns are collected from frescos and columns in Persepolis (Tacht-e-Jamshid in Persia) the ceremonial capital during the Achmenids dynasty (550-330 B.C.). They are also wellknown for their beautiful sadle bags that are knotted for more practical reasons.
The carpets are woven on horizontal looms and the weaver sits during the weaving process on the half made part of the carpet. Semi nomads, who are resident during part of the year, weave carpets in the same way. A specially well-woven carpet is know as a Kashkooli. Gabbeh signifies a rough and primitive nomadic carpet from the area. During the last decades, the weaver had to oblige to the western desires and began to use large brighter fields with few patterns in the Gabbeh carpets. Well-made Ghashghai carpets are attractive and durable products that tells a lot about the conditions of the nomadic life. The carpet is made entirely of wool from sheep and goats with some horse hair. The carpets can also be known as Qashqai, Gashghai, Gaschgai or Kashgai carpets.
The Qashqa'i remain a separate people and are one of many minority groups in Iran. The tribes have diverse linguistic and cultural roots but refer to themselves as "Turks." The 1998 Ethnologue estimates their current population to be 1.5 million. There are 5 large tribes that make up the Qashqa'i federation (Amaleh, Darrehshuri, Kashkuli-Bozorg, Farsi Madan & Shish Boluki). Each tribe consists of a number of named subgroups (taifeh), which are represented by headmen and have their own traditional areas of winter and summer pastures. Alternate spellings are Kashkai, Kashgai, Ghashgai, Ghashghai, Ghashghaie, Qashqay or Qashqai. The Qashqa'i language, which is unwritten, is linguistically similar to Azeri (Azerbaijani). Most of the Qashqa'i can communicate in Farsi which is the national language of Iran. The Qashqa'i call their language "Turki."
CUSTOMS
The Qashqa'i nomadic way of life is supported primarily by the raising of sheep and goats. The wool from the sheep is sold annually and the extra cheese, curds and dairy products also provide a source of income. Camels and donkeys are being replaced more and more by trucks to carry the tents and other gear during migration. Crops such as barley and wheat are raised to provide additional food for the people and the herds.
The women are talented weavers and produce distinctive rugs both for their own use and to sell. These carpets are used to decorate the rectangular black Qashqa'i tents. The women wear long floral-print dresses and cover their heads with colorful scarves that let some hair show. In Iranian cities, the Qashqa'i women dress like other women but show their bright dresses a few inches below the black chador. Qashqa’i marriages, which link the camps and herding groups together, are arranged by the women. Qashqa'i men make the decisions regarding migration and business transactions. Some of the men still wear the traditional Qashqa'i gray felt two-eared hats. The men are good horsemen and marksmen. Qashqa'i children are taught in Farsi by teachers who live and travel with the families.
http://www.youtube.com/watch?v=I7oMbhNKGvA http://www.youtube.com/watch?v=RIlHAEvZ_rs
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Tabriz
Città situata a nord-ovest dell'Iran in prossimità delle frontiere russa e turca. Tabriz è stata per molti secoli uno dei centri piú importanti della Persia. Nel XIII secolo fu la capitale dell'impero Mongolo. Per la sua posizione geografica Tabriz subí diverse invasioni Ottomane . I Tabriz provengono quasi esclusivamente dalla città stessa. Nella gran maggioranza i tappeti sono annodati in centri di produzione che raccolgono parecchie decine di telai. Relativamente pochi sono i tappeti tessuti nelle case private. Il telaio è verticale; spesso i subbi sono metallici. Il nodo è sempre del tipo turkibaft (la popolazione di Tabriz è di razza e lingua turca). L'ordito e la trama sono in fìlato di cotone molto solido. La trama è del tipo a doppio filo. Il vello è in lana che di solito proviene dalla regione di Maku (frontiera turca) o dal lago di Orumieh , situato a sud-ovest di Tabriz. La lana utilizzata è molto solida ma ruvida, perciò il vello, soprattutto nei tappeti di qualità media, non risulta uniforme e valutato. All'inizio del secolo gli esemplari piú fini venivano annodati con la seta. Quei rari tappeti sono tra i pezzi piú belli dell'artigianato persiano. I Tabriz sono annodati in sei qualità standard: 25, 30, 35, 40, 50, 60 (RAJ). Questi numeri corrispondono ai nodi esistenti in un pun - Zeh (cm 7). La qualità 35, per esempio, ha 2500 nodi per decimetro quadrato cioè: 35 : 7 = 5 nodi per centimetro = 25 nodi per centimetro quadrato pari a 2500 nodi per decimetro quadrato. Le dimensioni abituali sono i sajadeh ed i grandi tappeti (da cm 200 X 300 in su). I Tabriz hanno un ruolo importantissimo tra le varie provenienze di tappeti persiani. Infatti a Tabriz che s'iniziò la produzione di tappeti destinati all'esportazione. Gli ingegnosi commercianti di quella città, che dalla metà dell'Ottocento inviavano ad istanbul i vecchi tappeti raccolti uno ad uno nelle case dei notabili persiani, si resero conto che la richiesta era ben superiore alla disponibilità e decisero dunque di trasformarsi da mercanti in produttori. Sorsero cosí i primi centri di produzione dove i tappeti venivano annodati nelle misure e nei colori richiesti dai mercanti europei. Forse, per questa ragione, non c'è un colore particolare che contraddistingua i Tabriz. La decorazione ed i disegni sono del tipo floreale, spesso con un medaglione centrale. I motivi, rami fioriti, arbusti e foglie sono di grandi dimensioni. Oltre a questi temi classici, esistono anche Tabriz con motivi vegetali e animali; gli esemplari decorati col motivo herati sono più rari.
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Saruk
La città di Saruk si trova nella regione centrale dell'Iran a circa 40 km a nord di Sultanabad. La produzione di tappeti in questa area, si intensificò notevolmente verso la fine dell'800 grazie alla consistente domanda per l'esportazione che derivava in quel periodo dalla florida attività della compagnia Ziegler la cui sede era nella vicina Sultanabad. La solidità della struttura, l'eleganza del disegno e la gradevolezza dei colori, scelti tra le sfumature più morbide e tenui, hanno fatto dei Saruk, nel corso del Novecento, una delle qualità di tappeti più esportate in Occidente, in particolar modo negli Stati Uniti. I Saruk possono presentare diversi schemi decorativi, ma comunque sempre di tipo floreale. I colori più utilizzati sia per gli esemplari antichi che per quelli contemporanei sono il rosa, il blu e il beige. Il loro nodo è di tipo asimmetrico e può raggiungere livelli densità piuttosto elevati. Molto importanti e ricercati sono i cosiddetti Saruk "Americani": si tratta di esemplari prodotti per il mercato statunitense tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, prevalentemente di grande formato, decorati con grandi ramages fioriti che erano raccolti a formare un medaglione nel centro e distribuiti simmetricamente su tutto il campo. Le lane usate erano di alta qualità, spesso importate dal Regno Unito, mentre il colore più usato era una raffinata tonalità di rosa detto dughi. I Saruk "Americani" sono oggi tra i tappeti persiani antichi più ricercati e apprezzati.
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Shiraz
La Città posizionata nella zona meridionale del paese, gode di un ottimo clima che permette una natura lussureggiante e piantagioni di profumanti agrumi. Rinomata per la sua bellezza, si narra che gli invasori mongoli risparmiarono Shiraz dal saccheggio e dalla devastazione dopo esser rimasti ammagliata da tanta grandezza e sommità di questa città. Gli abitanti, nomadi dal sangue ariano, realizzano tappeti con sfondi marrone scuro e raffigurano fiori ed animali molto stilizzati. La bordatura dei tappeti è realizzata sempre con colori piuttosto scuri come il blu, il rosso scuro e talvolta anche il nero. A differenza di tutti gli altri tappeti gli Shiraz sono orditi interamente in lana, per cui sono piuttosto spessi ma comunque morbidi e piacevoli per l'insieme geometrico floreale. Dai Shiraz derivano gli Yalameh tessuti nei pressi di Shiraz che raffigurano colonne di medaglioni varie forme ed animali. Contrariamente a quanto il nome può far credere, i tappeti Shiraz non sono annodati nella città omonima, ma in tutta la regione dei Fars di cui Shiraz è la ridente capitale. I vari tappeti conosciuti con questo nome sono infatti annodati dalle diverse tribù nomadi che vivono da secoli nell'alto- piano del Fars. I bazar della città di Shiraz è il centro di raccolta e vendita di questi tappeti.
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Qom
Qom è un'importante città situata circa 150 chilometri a sud di Tehran in una zona discretamente fertile dell'altopiano persiano. È un centro di pellegrinaggio per i musulmani sciiti che vanno a pregare il mausoleo della santa Fatima (as), nobile figlia del Profeta. I tappeti Qom vengono tessuti su telai verticali, quasi tutti concentrati nella città, in case private. Trama ed ordito sono in cotone, più raramente in seta. Il vello è molto spesso in lana intercalata alla seta nell'esecuzione dei motivi più dettagliati del tappeto. La lavorazione è tra le più fini con una densità media di 4/5000 nodi farsibaft per decimetro quadrato. Verso il 1930, per iniziativa di un gruppo di mercanti di Kashan, sorsero a Qom i primi telai. I Qom, sebbene costituiscano la produzione più recente, si sono imposti grazie alla evoluta esecuzione tecnica ed alla varietà dei loro disegni, tanto che fanno ora parte dei tappeti persiani più noti. Questo rapido successo è dovuto in gran parte ai primi disegnatori di cartoni che ripresero e rielaborarono per questa provenienza molti motii ornamentali del tappeto persiano. I Qom hanno ripreso i disegni floreali a campo unito degli Isfahan ed a medaglione centrale dei Kashan. Altri Qom si ispirano al disegno a riquadri dei Bakhtiyar. Anche i motivi boteh e Zell-o-Sultan sono diventati un tema classico nella decorazione di questi tappeti. I Qom adottano una vastissima gamma di colori; il bianco e l'avorio ricorrono spesso nel campo, mentre la decorazione è di solito a tinte molto vivaci.
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Kirman Nell'antichità Kirman fu sede di un laboratorio di corte, fondato da Scià Abbas il Grande, che fu famosissimo per la produzione di mirabili tappeti detti "a vaso". I tappeti di Kirman sono considerati ancora oggi fra i migliori della produzione persiana moderna. Per quanto riguarda la decorazione essi presentano generalmente un medaglione centrale poli lobato e quattro cantonali; piccoli fiori multicolori riempiono il campo e le cornici. Esemplari più antichi sono spesso senza medaglione e hanno il campo decorato da fiori a mazzi o da vasi fioriti oppure recano il motivo del cipresso, l'albero della vita, simbolo dell'antica religione zoroastriana.
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Shirvan
Lo Shirvan è sicuramente il più noto fra i tappeti caucasici. Da centinaia d'anni l'artigianato dei tappeti è fiorente in questa regione. Il disegno, la cui origine si perde nella notte dei tempi, è tendenzialmente di tipo geometrico con stelle, poligoni uncinati e, di quando in quando, qualche animaletto molto stilizzato; ma presenta spesso anche motivi floreali, sia pure molto geometrizzati, segno, sicuramente, di una passata influenza della vicina Persia. Ancora oggi lo Shirvan, come tutti gli altri tappeti caucasici, conserva gli antichi motivi tradizionali che lo rendono così affascinante. La qualità è generalmente molto buona.
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Kashan
La città di Kashan è situata 250 chilometri a sud di Tehran, ai limiti del deserto salato. I tappeti Kashan vengono solitamente tessuti su telaio verticale ed hanno ordito e trama in cotone; il vello è in lana sempre di buona qualità e tagliata molto rasa. Il nodo è farsibaft e la densità varia da 2000 a 6000 nodi per decimetro quadrato. Frequenti sono anche gli esemplari in seta. Dopo il periodo aulico che culminò con il regno di Shah Abbas, l'artigianato del tappeto ha subito a Kashan una interruzione di oltre due secoli compresi tra l'invasione afghana (1722) e la fine dell'ottocento. Solo durante l'ultimo quarto del XIX secolo alcuni proprietari di tessiture, trovatisi in difficoltà a causa della concorrenza subita dai tessuti di importazione, decisero di rilanciare la lavorazione dei tappeti. In pochi anni, grazie all'ottima qualità della lana, all'annodatura finissima ed alla bellezza dei colori e dei disegni, i Kashan furono classificati tra i migliori tappeti persiani. Anche la produzione moderna ha mantenuto un ottimo livello, rafforzando nel mondo il prestigio di questi tappeti. I Kashan sono facilmente riconoscibili dal loro disegno. Il campo è quasi sempre decorato da un medaglione centrale che termina, nel senso della lunghezza del tappeto, con due corone fiorite. Il resto del campo presenta un fitto intreccio di fiori e viticci. Ai quattro cantonali una ricca cornice delimita un motivo che richiama i disegni ed i colori del medaglione centrale. Più rari i Kashan senza medaglioni. Questi ultimi presentan, spesso insiems alla decorazione floreale, anche una decorazione animalistica come giraffe e pavoni. La bordura è composta da due o quattro cornici secondarie che fiancheggiano la cornice principale. Assai frequenti sono anche i kashan a decorazione figurale che sono quasi sempre annodati in seta. I colori abituali per il fondo nei kashan sono il rosso mattone ed il blu cupo. Molto spesso i tappeti a fondo blu hanno il medaglione e la bordura rossa e vicecersa.
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SIRGIAN
La città di Sirjan è situata tra Shiraz e kerman, produce tappeti con disegni geometrici, sono considerati tappeti della famiglia Afshar. Sirjan, l'attuale Saidabad, è una città antica situata a sud- ovest di Kerman. I tappeti di Sirjan hanno trama doppia in cotone talvolta di colore rosato, ordito in cotone e sono annodati con nodo asimmetrico con una lana un po' ruvida al tatto, nodo persiano, circa 1000 nodi a dmq, Trama e ordito in cotone e vello in lana. I colori sono quelli classici della produzione Afshari: rosso, blu, marrone e bianco in contrasto tra loro. Per quanto riguarda il formato sono solitamente esemplari dalle dimensioni contenute. Il disegno è geometrico, costruito spesso su sequenze di tre rombi uncinati o su medaglioni romboidali allungati a coprire l'intero campo.
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LILIAN
I Lilian sono tappeti prodotti dai antichi discendenti di profughi armeni che nel XVII secolo sono stati allontanati da Shah Abbas dalla zona di Erivan al confine fra il suo impero e quello ottomano. Loro si sono divisi in tre gruppi un gruppo si è fermato accanto a Esfahan esattamente a Julfa, un altro nella zona di Chahar Mahal e altro in u n villaggio chiamato Lilian. A Lilian si applicano una tecnica di lavoro esclusivo cioè i tappeti hanno il nodo asimmetrico dove esiste un solo ricorso tra i nodi. I Lilian sono molto simili ai Saroq, infatti vengono realizzati tappeti con gli stessi motivi a mazzi di fiori tipici di questa zona, anche la colorazione non si discosta da quella tipica dei Saroq, con prevalenza del caratteristico rosa dughi, mentre la lana, ricavata da una particolare razza ovina allevata nella comunità armena, è di maggior pregio. Molto apprezzati e ricercati sono, se ben conservati, gli esemplari prodotti tra la fine dell'800 e i primi del ‘900 nei quali è possibile apprezzare il tipico rosa dughi, ottenuto attraverso un procedimento particolare grazie alle proprietà coloranti della robbia.
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