Nodi

Ciò che distingue il tappeto dagli altri prodotti di artigianato tessile (arazzi, kilim, tessuti) è il fatto che alle catene dell’ordito vengono allacciati corti segmenti di filo che costituiscono il pelo o vello del tappeto. Questi sono comunemente definiti nodi (termine improprio, anche se ormai entrato nell’uso e universalmente accettato, in quanto non si tratta di un vero e proprio nodo, ma di un laccio); si distinguano tre particolari maniere di praticare questo cosiddetto laccio o nodo alle catene dell’ordito: il sistema turco (nodo ghiordes), il sistema persiano (nodo sehna) e il sistema arabo-spagnolo. Il sistema turco turc baff denominato nodo ghiordes dalla città anatolica nella quale si narra che Alessandro abbia avuto a sciogliere il famoso, intricatissimo nodo, consiste nel formare l’intreccio in modo tale che i due capi del filo si trovino insieme nello spazio compreso tra due catene contigue dell’ordito attorno a cui sono passati . Il sistema persiano farsi baff, denominato nodo Sennh (Senneh è l’odierna Sanandaj, località del Kurdistan iraniano ove , peraltro, non veniva e non viene usato), fa si che un capo del filo sia intrecciato a una catena dell’ordito ed emerga tra questa e la contigua, mentre l’altro capo emerge tra la seconda catena dell’ordito e quella che nel successivo nodo avrà l’intreccio. La posizione di questo secondo capo di filo, che può stare a destra o a sinistra della catena intrecciata, determina la definizione del nodo in destro o sinistro. Il sistema arabo-spagnolo, che è il più semplice, consiste nel intrecciare il filo a una sola catena del’’ordito; i due capi si incrociano sul retro della catena e riemergono in avanti. Non va poi taciuto della cosiddetta annodatura jufti , conosciuta anche come doppio nodo o nodo fraudolente. La sua esecuzione è possibile in entrambi i sistemi maggiormente in uso; l’espediente è semplice: invece di praticare il nodo su due catene dell’ordito, lo si fa su tre oppure quattro. La ragione dello stratagemma è facilmente intuibile: risparmio di tempo e di filato; è anche evidente come ciò vada a discapito della bellezza e della durata del prodotto finito. Si è soliti fare, trattando di tappeti, un’equivalenza del tipo: Maggior Numero di Nodi per dm2 ═ Maggiore pregevolezza del tappeto. Si è pero insistito troppo su una tale formula semplicistica e riduttiva: esistono ottimi tappeti , non va dimenticato che, prima di essere un oggetto destinato alla speculazione, il tappeto è spesso un’opera d’arte oppure di grande artigianato meritevole di attenti studi anche prescindendo dal suo valore venale.